Bonus mamme 2025: come funziona, a chi spetta e perché è ancora tutto fermo

Negli ultimi mesi se ne è parlato parecchio: il Bonus mamma 2025 è una delle misure più attese dalle famiglie italiane. Eppure, mentre molte lavoratrici aspettano chiarimenti, la verità è che — al momento — il beneficio esiste solo sulla carta. Il decreto attuativo, quello che dovrebbe far partire tutto concretamente, non è ancora stato pubblicato.

Ma cerchiamo di capire meglio cos’è, come dovrebbe funzionare e chi potrà beneficiarne.

Di cosa si tratta esattamente?

Il Bonus mamme 2025 è un’esenzione parziale dai contributi previdenziali per le donne che lavorano e hanno almeno due figli. Una specie di “sconto” sui contributi da versare ogni mese, pensato per sostenere le madri lavoratrici e incentivare la natalità.

Attenzione però: non è un assegno o un rimborso, ma una riduzione delle trattenute previdenziali in busta paga, fino a un massimo di 3.000 euro l’anno, suddivisi mese per mese.

A chi spetta?

Per ora, i requisiti previsti sono abbastanza precisi:

  • Almeno due figli, e il più piccolo deve avere meno di 10 anni.

  • Contratto a tempo indeterminato per le lavoratrici dipendenti.

  • Anche le autonome possono accedere, ma non quelle in regime forfettario.

  • Reddito massimo imponibile: 40.000 euro annui.

Dal 2027, se verranno confermate le attuali indicazioni, l’incentivo dovrebbe essere esteso alle madri con tre o più figli, fino al compimento del 18° anno del figlio più giovane.

E quindi, perché non è ancora attivo?

Il motivo è semplice: manca il decreto attuativo, ossia il documento che traduce in pratica ciò che è stato previsto sulla carta. Il Ministero del Lavoro, insieme a quello dell’Economia, deve ancora definire tutti i dettagli: modalità di richiesta, calcolo degli importi, tempistiche.

Finché non verrà pubblicato quel decreto, nessuna madre potrà effettivamente ricevere il bonus.

Una nota importante per chi riceve l’Assegno Unico

Un aspetto che sta facendo discutere è l’effetto che questo sconto contributivo potrebbe avere su altre prestazioni legate all’ISEE, come l’Assegno Unico Universale. In pratica, riducendo i contributi versati, potrebbe variare anche il reddito imponibile — con possibili conseguenze sulle somme percepite. Un paradosso che merita attenzione.

Il Bonus mamme 2025 c’è, ma ancora non si vede. Per chi ha i requisiti, conviene tenere gli occhi aperti e monitorare le comunicazioni ufficiali dell’INPS e dei patronati.

Fino ad allora, resta una promessa. Ma per molte donne, sarebbe un piccolo grande aiuto per affrontare con più serenità la quotidianità di lavoratrici e madri.

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